Diamo per scontato che i cambiamenti climatici ci sono, lasciando da parte i dibatti su quanto dipendano dall’uomo e fattori antropici o dalla ciclicità naturale. La domanda diventa: come si adatta una città? Quali strumenti ha un comune per evitare danni economici, umani e ambientali? Cosa può fare un gestore del servizio idrico integrato? Ne abbiamo parlato, grazie al progetto LIFE METRO ADAPT e all’ospitalità di FA’ LA COSA GIUSTA con LucaCetara – Fondazione Lombardia per l’Ambiente, LorenzoBono – AmbienteItalia, CinziaCesarini – Città Metropolitana di Milano, MarcoCallerio – CAP Holding e MarzioMarzorati – Legambiente Lombardia.
Il seminario è stata occasione per andare oltre al problema di cosa o chi è all’origine dei cambiamenti climatici, ma, come indicato in apertura da Marzio Marzorati di Legambiente Lombardia, si è voluta indirizzare l’attenzione all’adattamento e alla necessità di prepararsi per impatti inevitabili. E’ quanto stanno facendo 25 Stati membri dell’UE, come raccontato da Luca Cedara di FLA, con una strategia di adattamento complessa e articolata. Basti pensare che dal 2014, il fondo europeo LIFE ha destinato 184 milioni di EUR a 60 progetti in materia di adattamento con impatto atteso su un’area di 1,8 milioni di km2. A livello locale e regionale, la Commissione ha introdotto l’adattamento nel Patto dei sindaci e sensibilizzato le città nell’adozione di strategie di adattamento locali. Circa il 40% delle città europee con più di 150 000 abitanti avrebbe adottato piani di adattamento.
Ma in cosa consistono questi piani di adattamento? Lorenzo Bono di Ambiente Italia ha sintetizzato le strade tracciate dall’Unione Europea, che classifica le misure di adattamento nelle seguenti categorie:
- misure tecnologiche innovative (misure grigie)
- azioni di adattamento basate sugli eco-sistemi (misure verdi)
- approcci comportamentali, manageriali e di governance (misure soft).
Le misure verdi e soft hanno l’obiettivo di ridurre le criticità ed aumentare la capacità adattiva del sistema umano e naturale utilizzando la resilienza del sistema stesso. Queste tipologie di misure sono prevalentemente a basso costo e ad oggi abbiamo tutte le conoscenze necessarie per implementarle. Le soluzioni tecnologiche ed innovative hanno invece, in generale, bisogno di maggiori capitali per l’attuazione e la ricerca.
A seguire Cinzia Cesarini Città Metropolitana di Milano ha spiegato il valore del Progetto LIFE Metro Adapt che può rappresentare un utile banco di prova nel processo di adattamento al cambiamento climatico attraverso l’integrazione delle politiche di adattamento con la pianificazione territoriale e la promozione di concrete iniziative che contribuiscano a incrementare la resilienza e la capacità di adattamento del territorio alla scala più adeguata.
Attraverso il Piano Territoriale Metropolitano (PTM) la Città metropolitana di Milano potrebbe assumere il ruolo di coordinamento nella redazione di un piano integrato e unitario alla
scala territoriale.
A chiudere Marco Callerio di Cap Holding ha spiegato tutte quelle soluzioni tecniche capaci di incrementare la resilienza delle città nei confronti dei mutamenti climatici e che vanno da trasformazioni urbane di ampia portata a interventi piccoli che possono coinvolgere i singoli
privati.
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